venerdì 13 luglio 2012

Paura e Speranza

Che dopotutto tante cose sarebbero state diverse se ... "attività".

Se ci fosse stato il maledetto denaro a permetterci di aprire quella gabbia di frustrazioni che ci siamo costruiti e che cercavo di tenere "larga" con tutto ciò che avevo e di cui potevo disporre.

Che non ci ha permesso di vivere "attività".

E che ci ha chiuso gli occhi.

Paura e speranza a seconda di chi di noi ci pensa.

Paura e speranza che io abbia ragione (e me ne farei poco) e che non fosse proprio vero che noi si stava così male, ma mancavano tante cose di cui adesso abbiamo coscienza, che ci hanno soffocato con la loro assenza.

Ma il nostro amore è un bimbo per come è fatto. E un bimbo ha capacità impressionanti.

Vivrà.
Nel nome di un bimbo, sulla pelle, nel cuore, su pellicola, ovunque.
Vivrà.

E non lo lascerò morire perché non ho mai avuto niente di così prezioso.
Finchè il mio cuore pulsa, lui vivrà.

E' in tutte le cose belle, che mi manchi. Quelle che hai voluto dimenticare. Perchè, per quanto io mi impegnassi, era altrove il malessere e non riuscivo a raggiungerlo. Ma ora tutto è diverso...

Non riesci ad immaginare? Io si... non riesco a pensare che tu non possa.

Pashy

domenica 15 aprile 2012

Tempo

E' passato tanto tempo dall'ultimo post (3 mesi)... e questo solo perchè Pashy e Pashy hanno ripreso a comunicare, e le emozioni, perlomeno alcune di loro, son passate attraverso altri canali... Ma il blog non lo abbandono, perchè è un progetto a cui tengo... Non mi basterebbero i server di google se dovessi postare qualcosa ogni volta che ti penso, pashy; ogni volta che mi torna in mente qualcosa di noi, ogni volta che qualcosa mi fa pensare a te.

Miss you.
Pashy


lunedì 30 gennaio 2012

Un vecchio regalo, lo ricordi? Ricordi di Bimbo e Bimba?

NESSUN LUOGO E' LONTANO

(Richard Bach)





Rae, cara!
Grazie per avermi invitato per il tuo compleanno!
La tua casa è distante mille miglia dalla mia, e io sono uno che si mette in viaggio solo quando ne vale la pena. Ebbene, ne val proprio la pena, se si tratta di prender parte alla tua festa.
Non vedo l'ora di essere da te!
Il mio viaggio è cominciato dentro il cuore di un piccolo uccello, un colibrì che conoscemmo insieme, io e te, tanto tempo fa. Lo trovai cordiale come sempre, anche stavolta. E tuttavia - quando gli dissi che la piccola Rae stava crescendo e che io stavo andando alla festa per il suo compleanno con un regalo lui rimase perplesso.
Per un pezzo badammo a volare in silenzio, e alla fine lui mi disse: "Ci capisco ben poco, in quel che dici, ma men che mai capisco come mai tu ci vada, a questa festa".
"Ma sicuro che vado, alla festa" dissi io. "Cos'è che ti riesce tanto difficile da capire?"
Lui non rispose niente, lì per lì, ma quando arrivammo alla casa del gufo, mi disse: può forse una distanza materiale separarci davvero dagli amici? Se tu desideri essere da Rae, non ci sei forse già?".
"La piccola Rae sta crescendo, e io vado alla festa per il suo compleanno con un regalo" dissi al gufo.
Mi parve strano di re vado, è vero, dopo quanto mi aveva detto il colibrì, ma lo stesso mi espressi in quel modo, perché Gufo mi capisse.
Lui pure restò zitto per un pezzo, seguitando a volare.
Un silenzio tutt'altro che ostile.
Ma quando mi ebbe condotto sano e salvo a casa dell'aquila, così mi parlò: "Ci capisco ben poco in quel che dici, ma men che mai capisco perché chiami piccola, la tua amica".
Ma sicuro che è piccola" dissi "dal momento che non è ancora grande. Cos'è che ti riesce tanto duro da capire?"
Gufo allora mi guardò, coi suoi occhi profondi color ambra, mi sorrise e mi disse: "Pensaci su".
"La piccola Rae sta crescendo, e io vado alla festa per il suo compleanno con un regalo" dissi all'aquila. Mi faceva un po' specie, veramente, dire vado e dire piccola, dopo quanto mi avevano detto Colibrì e Gufo, ma lo stesso mi espressi a quel modo, affinché Aquila potesse capirmi.
Insieme volammo, al di sopra delle vette, a gara con i venti di montagna. Alla fine lei mi disse: "Ci capisco ben pooc in quel che dici, ma men che mai capisco la parola compleanno".
"Ma sicuro: compleanno" dissi io. "S'intende festeggiare il giorno in cui ebbe inizio la vita di Rae, e prima del quale lei non c'era. Cosa c'è di tanto difficile da capire, in questo?"
Aquila allora incurvò le ali e dopo una picchiata rapidissima, atterrò con dolcezza, su una roccia, nel deserto. "Ci sarebbe stato un tempo anteriore alla nascita di Rae? Non pensi piuttosto che la vita di Rae sia cominciata prima ancora che il tempo esistesse?"


"La piccola Rae sta crescendo, e io vado alla festa per il suo compleanno con un regalo" così dissi anche a Falco. Mi suonava un po' strano tuttavia dire vado, dire piccola e compleanno, dopo quanto avevo udito da Colibrì, da Gufo e Aquila, tuttavia così mi espressi perché Falco mi capisse.
Sorvolammo veloci il deserto, e alla fine lui mi disse: "Sai capisco ben poco di ciò che mi dici, ma meno di tutto mi spiego quel tuo sta crescendo".
"Ma sicuro che Rae sta crescendo" dissi io "Adesso è più vicina all'età adulta, e un anno più lontana dall'infanzia.
Cosa c'è di tanto arduo da capire, quanto a questo?
Falco alfine atterrò su una spiaggia solitaria.
"Un anno più lontana dall'infanzia? Non mi sembra che questo sia crescere!"
Si sollevò di nuovo in volo e, di lì a poco, scomparve.
Il gabbiano, lo so, era molto saggio.
Volando insieme a lui, riflettei bene prima di parlare e scelsi con cura le parole, dimodoché capisse che qualcosa pur avevo imparato.
"Gabbiano" gli dissi alla fine "perché mi porti in volo da Rae, quando sai che in realtà io già sono con lei?
Di là dal mare, di là dai monti, finalmente il gabbiano calò e si posò sopra il tetto di casa tua.
"Perché l'importante mi disse che tu sappia la verità. Finché non la sai - finché non la capisce veramente - puoi soltanto afferrarne qualche stralcio, o brandello, e non senza un aiuto dall'esterno: da macchine, uomini, uccelli. Ma ricordati" disse "che l'essere ignota non impedisce alla verità d'essere vera".
Ciò detto disparve.
E' venuto il momento di aprire il regalo.
I regali di latta e lustrini si sciupano subito, e via. Io invece ho un regalo migliore, per te.
E' un anello da mettere al dito. E brilla di una luce tutta sua.
Nessuno può portartelo via; non può essere distrutto. Tu sei l'unica al mondo che riesca a vedere l'anello che io ti dono, come io ero l'unico in grado di vederlo quand'era mio.
Questo anello ti dà un nuovo potere. Messo al dito, potrai levarti in volo con tutti gli uccelli dell'aria - vedere attraverso i loro occhi dorati - palpare il vento che sfiora le loro vellutate piume - e potrai quindi conoscere la gioia di sollevarti lassù, in alto, al di sopra del mondo e di tutte le sue pene. Potrai restarci quanto ti parrà, su nel cielo, al di là della notte, e oltre l'alba. E quando avrai voglia di tornar giù di nuovo, vedrai, tutte le tue domande avranno risposta e tutte le tue ansie si saranno dileguate.
Al pari di ogni cosa che non può toccarsi con mano o vedersi con gli occhi, il tuo dono si fa più potente via via che lo usi.
Dapprincipio l'impiegherai solo quando sei fuori di casa, all'aperto, guardando l'uccello insieme al quale voli.
Ma poi, più in là, se l'adoperi ben bene, funzionerà anche con quegli uccelli che non vedi; finché t'accorgerai che non ti occorre né l'anello né l'uccello per volare al di sopra delle nubi, nel sereno.
E quando arriverà per te quel giorno, tu dovrai a tua volta donare il tuo dono a qualcuno che sai ne farà buon uso; costui potrà apprendere, allora, che le uniche cose che contano sono quelle fatte di verità e di gioia, e non di latta e lustrini.
Rae questo è l'ultimo anniversario che festeggio con te in modo speciale.
Dai nostri amici uccelli ho imparato quanto segue.
Non posso venire da te, perché già ti sono accanto.


Tu non sei piccola, perché già sei cresciuta: sei grande e giochi con il tempo e la vita - come tutti facciamo - per il gusto di vivere.
Tu non hai compleanno, perché sei sempre vissuta; non sei mai nata, e mai morirai.
Non sei figlia di coloro che tu chiami papà e mamma, bensì loro compagna d'avventure, in viaggio alla scoperta delle cose del mondo, per capirle.
Ogni regalo che ti fa un amico è un augurio di felicità: così pure questo anello.
Vola libera e felice, al di là dei compleanni, in un tempo senza fine, nel persempre. Di tanto in tanto noi c'incontreremo - quando ci piacerà - nel bel mezzo dell'unica festa che non può mai finire.


Fai sogni d'oro, amore mio.

venerdì 27 gennaio 2012

L'unica cosa che conta...

... e che contava, l'unica cosa di cui ero e sono sicuro avevi bisogno, era il non sentirti sola.


Posso aver fatto tanti sbagli in tante altre cose, ma ti giuro che ci ho provato, e ci sto provando anche ora, a non farti sentire sola, come tu non facevi sentire solo me.


E tante cose mi sono state chiare quando ti ho perduta, ma non questa. Questa l'ho sempre saputa.


Ho sempre saputo quant'era importante non farti sentire sola, ho cercato di esserci sempre; ho sempre saputo quant'eri importante per me, e quanto dovevo riuscire ad essere importante per te.


L'ultima cosa non mi è riuscita, ma ti giuro che ci proverò fino al giorno in cui mi si chiuderanno gli occhi a non farti sentire sola, come mi sento io da quando ti ho perduta, ed ancor di più nelle notti come questa.


La solitudine ti consuma laddove gli occhi non arrivano, e neppure i sorrisi della gente.


Ti sarò sempre vicino.


Buonanotte, saccottina :*


Ti amo, Pashy.

domenica 22 gennaio 2012

Ciò che mi hai lasciato...

Vorrei riuscire a scriverlo. Ma non ho la forza, ora.

Perchè è troppo grande. Troppo bello.

Troppo interiore, troppo mio, tuo, nostro.

Troppo complesso per essere scritto.

E non v'è traccia di buio, è un mondo di Luce.

La Luce che è nel tuo nome.

Perdonami se il mio cuore ancora non riesce a rassegnarsi all'idea di averti perduta.


Perdonami se risuonano alcune cose, ancora.

E' che poteva andare diversamente, doveva andare diversamente... doveva.

Io non le dico o le scrivo per rinfacciarle.

Si, certo alcune volte sto male per quello che mi rimbomba nella testa...

Ma ciò che conta è ciò che resta nel cuore, e nel mio, pur grande, non c'è spazio per il rancore.

Ci sei tu, con le tue guancine, le tue polpette, e questo non lascia spazio ad altro, sai?

Tu mi hai cambiato la vita.

Ed io volevo solo passarla con te.

Volevo che condividessi con me ogni tua preoccupazione, ogni tua gioia.

Che diventassi grande, non come me, ma come TE.

Se penso ad un luogo, nel mondo, un luogo qualsiasi, vorrei ci fossi tu con me a visitarlo.

Se penso ad una canzone, vorrei che fossi tu ad ascoltarla con me.

Se penso al futuro, alla mia famiglia...

A quelli che saranno i miei bambini...

Ancora non ho la forza di piegare la testa ed andar via per sempre...

Ricorda sempre però che ciò che fa andare avanti questo ragazzo...

è ciò che hai saputo dare al suo cuore da quando la prima volta l'hai fatto vibrare.

Ciò che non riesco a scrivere. Ma tuona ad ogni pulsazione, ad ogni respiro. Tuona, nell'anima.

E niente, nessun "rumore", nessun dolore, nessuna ingiustizia o torto potrà mai coprire il battito del mio cuore.

Perchè nel mio cuore ci sei tu, Pashy.

Perdonami se non sono riuscito, nella tempesta che vivevo, a portarti tranquillità.

Quella tranquillità che a me davi.

Perdonami se non sono riuscito a darti il coraggio che tu mi davi.

Perdonami, se non sono riuscito a comunicarti ciò che avevi bisogno.

Certe volte non sono riuscito a dirti che "sarebbe andato tutto bene", perchè neanche io lo pensavo, nell'ultimo periodo: tu non ti impegnavi, il tempo passava e non riuscivo a darti ciò che volevo e sentivo che volevi e stavo male per questo.

Ma non l'ho mai lasciata quella mano, e mai la lascerò. MAI.

Ti ho sempre cercata ed ancora ti cerco, anche quando sono stato allontanato.

Vorrei che sapessi quanto sono fiero di te, quanto voglio che tu sia felice.

Quanto avrei voluto che tu avessi visto in ciò che sono riuscito a darti queste intenzioni: non un modellare la tua vita, un aiutarti a costruirla.

La vita è ciò che di più importante abbiamo.

E come nel primo post di questo blog ho anticipato, io ti dedicherò la mia.

Ti appartiene perchè me l'hai resa meravigliosa, aprendomi gli occhi del cuore all'esistenza di qualcosa di indescrivibilmente soave.

Mai come in questo momento di immane lontananza, forse sarà chiaro che non è per il nostro rapporto, che lo faccio.

Non per noi o per un tornaconto, non ho mai agito così, mai.

Ma semplicemente perchè amo TE, quindi lo faccio per me.

Un giorno, forse, leggerai queste parole.

Forse quel giorno, diversamente dal passato, ti sarà chiaro il perchè ti parlavo così...

Io vivo la mia vita, non la tua. E tu SEI nella mai vita, sei la mia vita, così come lo sei sempre stata.

Ognuno vive la propria e fa delle scelte. Io scelgo questo.

Perchè non ho niente di più grande da darti.

Ed il motivo per cui non ti segnalo questo blog è perchè non voglio che pensi che lo sto facendo per riaverti accanto, o per farti sentire in debito.

Buonanotte amore, fai bei sogni, Pashy, ti adorotiti.


"Cresciamo insieme"

sabato 21 gennaio 2012

pensieri e parole

E' stata una brutta giornata, pesante.
E tu, come stai? Cosa fai, pashy? Stai bene? Chissà quanto freddo fà lì.
Chissà cosa pensi, come ti senti.
Chi ci ridarà tutto ciò che potevamo darci a vicenda in questi giorni, in questi mesi, in cui invece ci diamo dolore?
Potessi guardarmi nel cuore, bimba...
Spero che tu stia trovando un tuo equilibrio, anche se so che non è facile, che è tanto dura darsi da fare contando solo su sè stessi. Ma spero che tu ce la stia facendo. Complimenti per il tuo nuovo lavoretto, ed in bocca al lupo, bimba mia. Sono tanto fiero di te.

Continua ad impegnarti come hai imparato a fare, e vedrai che andrà tutto bene. Io non ti sono accanto ma prego sempre perchè ogni cosa vada per il verso giusto, con tutto il mio cuore.

Tanti pashini della buonanotte.
:*
Sogni di piume e di zucchero filato, Pashy, ti adoro.

mercoledì 18 gennaio 2012

Sui perchè...

Mi interrogo spesso, anche se a te non piaceva tanto farlo, nè che io lo facessi.


Darti per primo tutto ciò che le mie possibilità permettevano, significa proprio aver creduto in te, aver avuto sin dall'inizio coscienza del valore che potevi esprimere e rappresentare nel mondo, del lavoro e non.


E certo, unendo l'utile al dilettevole, ti avevo voluta fortemente accanto lottando contro tutti.


E si, starmi accanto in quel momento significava stare in un luogo che non era quello perfetto per nessuno; proprio per questo non mi sono mai fermato, sono andato avanti ed ho raggiunto traguardi che mi avrebbero permesso di lì a poco di poterti stare accanto dove tu volevi, e questa volta, diversamente da prima, mi sarebbe piaciuto che la decisione la prendessi tu; prima non era possibile, ma "poi", in quel poi raggiunto a fatica, lo sarebbe stato.


Di catene non ne ho messe, conseguenze evidenti lo dimostrano.


Quanto io volevo disperatamente che ti instradassi come hai fatto ora, ma accanto a me, in noi. Traguardi raggiunti ce ne sarebbero stati, ce ne sono stati e ce ne saranno. A cominciare dalle piccole cose di ogni giorno.


Avrei tanto desiderato le vivessi accanto a me. Sei la mia bimba ma non ti ho mai voluto mantenere tale. Io sono stato il primo a lottare perchè accadesse quello che sta accadendo, preservando il nostro rapporto, la cosa più bella che avevo.


Pensaci, se ogni tanto ti capita. Non c'è incompatibilità, non c'è l'obbligo di lasciarmi alle tue spalle. Perchè io volevo ogni bene per te, e lo voglio tuttora. Nessuno più di me ammira il tuo saper essere donna, e il tuo non chiedere mai niente a nessuno.



E intanto, sempre sui perchè...
oggi a lezione c'era il disegno di una bambina vestita da mucca. Anzi da muuuuuuuuuuuucca...


Mi manchi, Pashy.

martedì 17 gennaio 2012

Sogni di piume e di zucchero filato...


... così avrebbe potuto chiamarsi il blog, ma poi ho scelto per il nome che ha adesso.

E' nato oggi pomeriggio presto, già troppo tardi rispetto a quando avrei voluto che vedesse la luce. E' nato per ricordare, ciò che non può essere dimenticato.


E' nato per starsene qui in un angolino del mondo, del web, senza disturbare nessuno: nè Pashy, nè Pashy, nè altri. Per essere letto o accantonato, o forse semplicemente per essere scritto.


Non ci saranno OVVIAMENTE nomi reali né altre informazioni sensibili in questo blog. E' un diario che scriverò di tanto in tanto.

E' nato per raccontare, ma senza raccontare.
Per parlare senza parlare.


Per mostrare che Pashy e Pashy sono uno nella vita dell'altro nelle piccole cose che non andranno mai via perchè la loro quotidianità si intrecciava come non è mai stato sottolineato abbastanza.

Pashy ritrova Pashy nello sguardo di ogni bimbo per strada, nei giochini che lo rilassano, nei momenti difficili in cui pensa ad un motivo per star bene.

Non è bello sapere una persona convinta di essere sola quando invece siamo con lei in ogni momento. Non è bello sapere che una persona è convinta che deve lasciarsi alle spalle qualcosa che invece è talmente intrinseco alla vita di tutti i giorni, che non può soffocare in questo modo.

Ed ecco il blog, un modo per ricordare, per dire che ci siamo, nonostante tutto e tutti.


Dunque...

Pashy avrebbe detto così a Pashy, prima di accompagnarlo a letto: sogni di piume e di zucchero filato.

Perchè questi erano, dopotutto, a costellare la storia di Pashy e Pashy. Erano sogni, dolcissimi e morbidissimi. Si sarebbero trasformati in realtà, quei sogni, se ognuno avesse lavorato per questo. Ma Pashy era troppo presa da Pashy e viceversa.

E così, quando si "dorme", difficilmente si realizza qualcosa, ma sicuramente si sogna. E Pashy e Pashy hanno sognato tanto. Ed erano insieme in quei momenti, i più dolci che ci sono: quando due bimbi si prendono per mano e fanno la nanna insieme.

Pashy e Pashy si adoravano per ciò che quelle manine riuscivano a trasmettere l'una all'altra.
La protezione, la sicurezza, la certezza che si era insieme l'uno per l'altro e che mai quelle manine si sarebbero separate.

Pashy era fiera di Pashy, si sentiva fortunata a stare con lui, e lui impazziva per lei, anche se doveva fare l'uomo della situazione, e non le confidava mai abbastanza spesso quanto tutte le piccolezze di lei lo conquistassero.

Quelle manine sono ancora insieme, perchè Pashy e Pashy han dormito insieme legati da un amore puro, inavvicinabile ed imparagonabile alle banalità così frequenti altrove. L'unico fine, in quel luogo, in quel lettone, in quelle notti lunghe lunghe era quello di condividere il sogno.

Troppo bello, troppo dolce e morbido. Un sogno comune, di piume e di zucchero filato.

E sembra ieri, ed invece è oggi, e i chilometri che separavano Pashy e Pashy si sono moltiplicati. E le telefonate con cui ovviavano alla distanza non ci sono più. Ed in quel lettone che li ha visti stringersi le manine, chissà ora chi dorme, indegno, ignaro.

Quelle manine sono ancora unite nel cuore di Pashy. Inaccessibile, quell'antro buio in cui qualcuno ha portato la Luce.

La Luce che ogni giorno ricorda Pashy a Pashy. La Luce nella mia vita che mai andrà via perchè mi basta chiudere gli occhi per ricordare quegli occhi, ed essere al buio per ricordare quel sorriso che spaccava in due ogni tenebra ed ogni cattivo pensiero.

La Luce che portavi dentro di te e che mi auguravi ogni volta che ti mostravo quanta oscurità avevo dentro. La Luce.

Domani sarà Luce, ed ogni giorno, come sempre, da quando ti conosco.

Che sia una persona sola a leggerlo blog, o tutto il mondo, non ha importanza alcuna. Ci sarà la mia vita, nella sua quotidianietà, a parlare al mondo della fortuna che ho avuto, dell'Amore che sento.

La luce domani ci sarà per tutti, ma solo io ho la fortuna di portarmi dentro la Tua.







Sogni di piume e di zucchero filato, Pashy.

Pashy